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domenica 12 aprile 2015

V, una terra arida

Una terra arida
profumo greve, dolce, selvaggio
la grigia vulva affossata del mondo
nel letto   desolazione; le labbra piene di panna. Ruppe, scattò al capezzale

le sue labbra piene d'interiora
volatili al tiepido aroma del sangue. I sole sprizzava effluivi di zenzero
e prolungò il suo sorriso al deserto spoglio,
nella luce piena era in ombra

lo specchio   fedele alla realtà:
la sera, la mattina, mezzogiorno; la mattina è la vita in una pillola di cascara sagrada
comincia moralmente e finisce in un bozzetto. Una cupa vibrazione
un ventaglio alto nell'aria, mentre

ragazze in riva al mare arrossavano, lampeggianti occhi verdi di lei. Nel suo pensiero
il viaggiare delle ombre, nel beato tepore oscure caverne
il fremito del vento; devo prenderla, luna nel cielo notturno, eppure niente si avvicina
all'ombra

di occhi avidi e ammiccanti. Viaggiare per strade:
l'inverno, la terra, il vento, le ombre un una mattina davanti al sole.
Una fanciulla con i capelli d'oro al vento.



breve e poco efficace introduzione alla poetica del V capitolo dell'Ulisse di Joyce

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